Mi innamoravo di tutto – Storia di un dissidente.

Mi innamoravo di tutto – Storia di un dissidente

Carissimi lettori! Vi diamo il bentornato con il primo ed imperdibile romanzo di Stefano Zorba, di cui possiamo parlarvi grazie ad Edizioni AlterNative che ce ne ha offerto la possibilità; Una trama forte e concreta che vi lascerà senza fiato.
Come sempre, buona lettura a tutti!



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Titolo: Mi innamoravo di tutto – Storia di un dissidente
Autore: Stefano Zorba
Casa editrice: Edizioni AlterNative
Data di pubblicazione: 17 febbraio 2016
Prezzo: € 4,99 

TRAMA

Un sotterraneo anonimo. Un pavimento in calcestruzzo, polvere, pilastri nudi e vecchi. E sangue. Un imprecisato servizio segreto italiano ha un prigioniero, un dissidente che si chiama Coda di Lupo. E vuole farlo parlare, con ogni mezzo necessario. E Coda di Lupo parla, si racconta, scandendo la sua vita sulle note dell’omonima canzone di Fabrizio De André, dall’infanzia e il G8 di Genova fino agli ultimi, disperati anni di resistenza in Val Susa.
Un romanzo che parla di lotta, di resistenza, di Stato, di sofferenza, di morte. E della gioia di lottare, nonostante tutti i sacrifici che questo comporta.


RECENSIONE: Mi innamoravo di tutto – storia di un dissidente 

Questo è il primo romanzo pubblicato da Edizioni AlterNative e ci racconta della storia di un dissidente che ha passato gran parte della sua vita a lottare contro il sistema. Il protagonista ed i suoi cooperatori condividono gli stessi principi e sono accompagnati da un comune coraggio che li porta ad essere considerati dallo Stato, col tempo, ribelli o terroristi, ma non è un motivo di resa.

La trama si sviluppa sui versi della canzone Coda di lupo di Fabrizio De Andrè, da cui il protagonista ne prende il nome; Si articola in due periodi: un passato, che si alterna al presente del narratore come fossero flashback dello stesso Coda di lupo; un futuro, raccontatoci dalla voce protagonista che è stato catturato dai servizi segreti italiani e costretto a parlare del suo gruppo di dissidenti con l’ausilio di mezzi decisamente non convenzionali. Egli ci parla usando un tempo presente, ma verso la fine si capisce che la sua prigionia è ambientata nel 2031.

La cosa sorprendente di questo breve romanzo è che già dalle prime pagine i lettori possono conoscerne il finale, questo per far intendere che, almeno stavolta, non è quello a determinarne la fine, non è il punto principale, anzi, questo è probabilmente uno dei pochi romanzi senza fine.

Coda di lupo ci parla utilizzando spesso un linguaggio che si potrebbe definire abbastanza “sboccato”, ma continuando ci si ritrova a capirlo, è un uomo INCAZZATO con il sistema, con gli uomini che lo stanno torturando, e non manca di descriverci minuziosamente i crudi dettagli di ciò che è costretto a subire.
Ma, in sostanza, lo stile adottato dall’autore è molto scorrevole, non si perde in dettagli, parla di fatti concreti e concentra l’attenzione del lettore, quindi, non posso dire che sia una lettura “piacevole”, perché un lieto fine è piacevole, alcuni fatti reali sono sconvolgenti, ma , per intenderci, la lettura è abbastanza sciolta.

Ho terminato questo titolo stanotte, alle 03:10, ed ho dovuto assolutamente scrivere subito alcune mie impressioni, perché non volevo far sfumare nemmeno una piccola parte delle emozioni che provavo in quel momento.
Premetto innanzitutto che ho iniziato a leggerlo da ignorante, quindi per tutto il tempo sono stata con wikipedia alla mano e col fiato sospeso per tutto ciò che leggevo e per alcune convinzioni di Coda di lupo che ascolto ogni giorno perché condivise da chiunque parli con me di Stato italiano, politica e quant’altro, senza contare che alcune le condivido io stessa.

“Perché lo Stato in Italia è sempre stato concepito in modo strano: quando c’è da guadagnare ha nomi e facce, sempre le stesse da decenni; quando c’é da pagare lo Stato coincide con il popolo, quella massa disordinata di disperati e uomini medi che si arrabattano per sopravvivere e per tirare avanti.”

Procedendo nel testo ci si rende conto che Coda di lupo è soltanto il nome il nome di chi ci parla, ma fondamentalmente un uomo anonimo, un uomo come altri migliaia che lottano ogni giorno per dare voce ai propri valori; C’è un piccolo Coda di lupo in ogni uomo che ha il coraggio e la forza di lottare contro le cause del malessere degli Italiani, che non si ferma dinanzi alla resistenza, ma continua ad avanzare accompagnato dalla sua rabbia e dalla fioca speranza in giorni migliori.

Trovo questo un testo da cui ogni persona può recepire fatti ed emozioni differenti, perché va compreso, ed in base alle proprie concezioni si sviluppa ciò che è il significato personale delle parole lette; E’ tuttavia un romanzo che credo meriti attenzione, perché può aprire gli occhi, e quando si trattano determinate tematiche si esce dal tempo, resteranno sempre parole presenti che interessano tutti.

Qui concludo, è una storia tutta da scoprire e non posso scendere in dettagli, ma ve lo consiglio assolutamente; Come sempre scriveteci le vostre impressioni sia nel caso intendiate leggerlo, sia che l’abbiate già letto, così da poterci amichevolmente confrontare. Vi ricordo di seguire il nostro blog qui e su instagram per restare sempre aggiornati. Per info e richieste potete scriverci a non.soltantolibri@gmail.com oppure staypsitive@gmail.com.
Ringrazio ancora una volta Edizioni AlterNative e Stefano Zorba per averci permesso di leggere questo gradito romanzo, ed un grande in bocca al lupo a questo emergente scrittore.

Per chi fosse interessato al libro può visitare il loro sito QUI .

-E


Estratto da edizionialtrenative.org:
STEFANO ZORBA
Stefano Zorba, pseudonimo di Stefano Filippini, nato a Brescia nel 1983 vive a Rezzato in provincia di Brescia. Rapper dal 2001, ha pubblicato quattro album autoprodotti e attualmente sta producendo un progetto con altri rapper di varie nazionalità chiamato “Sons of Babel”. E’ anche un attivista NoTav di Brescia, impegnato da anni nelle lotte ambientali con il Gruppo Antinocività Rezzato e poi con la Rete Antinocività Bresciana. E’ al suo primo romanzo.


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